di Marco Marzola
PiBI


Micidiali ordigni fatti in casa con bombole di gas, chiodi e bulloni fanno strage di innocenti: dove imparano, dove concordano le loro tattiche mortali i terroristi ? La mafia internazionale si rafforza e si spartisce il potere nell' ex Unione Sovietica: come comunicano tra di loro gli affiliati? Abominevoli commessi viaggiatori della pedofilia trascinano innocenti fanciulli per mezzo mondo prima di consegnarli a un oscuro terribile destino: come tengono i contatti con quei laidi clienti? La risposta e' una sola: InterNet e' il loro covo, il luogo di tutte le perdizioni, come giornalisti pruriginosi quanto sprovvisti di accesso alla Rete non si stancano di sottolineare con malizia disinformando. E in InterNet il luogo ideale per comunicare col mondo intero, si sa, sono i newsgroup e la liberta' di parola che (finora) ci si gode disorienta non pochi e fa invocare severi controlli e drastica censura. Ma e' davvero giustificabile questa paura? E sara' vero che in InterNet bazzicano ogni specie di perversi e delinquenti e dunque bisogna mettere un freno alla liberta' dei naviganti? Premetto un' osservazione, banale, ma realistica: terroristi, mafiosi e commercianti di bambini combinano loschi affari al telefono, ma a nessuno viene in mente di considerare il telefono uno strumento di delinquenza e di limitarne l'uso (per InterNet invece?).

500 volumi di pagine ogni giorno dell'anno.

Le cifre poi parlano chiaro: il calcolatore di UseNet ha stimato che i messaggi che arrivano ai gruppi di discussione occupano ogni santo giorno oltre 500 megabyte - come dire l'equivalente di 500 volumi di ben 400 pagine ciascuno - e negli ultimi anni la crescita e' del 100% cioe' il traffico raddoppia annualmente info ufficiali di DejaNews. presso http://www.dejanews.com.

E' verosimile dedurre che in questa gigantesca massa di roba si possa trovare di tutto, dal geniale al delinquente, dall' informazione erudita alla disinformazione grossolana, e proprio per questo dovremmo imparare qualcosa dall' uso di InterNet: a ragionare con la nostra testa, a vagliare, giudicare, confrontare le informazioni, diventare responsabili delle nostre idee e del nostro comportamento nel pieno rispetto degli altri. Degli oltre 16.000 newsgroup principali solo 130 contengono materiale scabroso; delle centinaia di milioni di pagine di informazioni nel Web solo poche migliaia sono a rischio, persino secondo Safety-Net, la Fondazione inglese creata per eliminare il materiale illegale su InterNet, con speciale riguardo per la pornografia infantile. In Inghilterra (tutte le info presso http://www.xemu.demon.co.uk/censor/) si sta scatenando una vera e propria campagna in favore della censura: il Ministero dell' Industria (DTI), Scotland Yard, l'ISPA (associazione dei provider britannici, presso http://www.ipsa.org.uk/), il LINX (associazione dei 28 maggiori provider che gestiscono oltre il 90% del traffico inglese su InterNet, presso http://www.linx.net/) e appunto Safety-Net, nuovo servizio di regolamentazione alla cui realizzazione ha contribuito con oltre 800.000 milioni il fondatore della Pipex (uno dei primi Provider locali) stanno collaborando a una serie di iniziative per limitare la liberta' su InterNet. Scotland Yard ha mandato a tutti i provider un elenco di 152 newsgroup da eliminare: comprende quelli con foto di bambini, ma anche alt.masturbation, alt.sex.movies, alt.sex.stories, alt.magazine.pornographic, e persino alt.sex.breast (che parla di tette), alt.sex.fat (anche i grassi fanno del sesso) e addirittura alt.sex, per non parlare di gruppi di omo e transessuali, vietatissimi: insomma, d'ora in poi tutti casti in UseNet, mentre la vecchia battuta sui Britannici si trasforma in "basta col sesso, siamo in InterNet". Ma c'e' dell'altro: dal primo di ottobre e' attivo un servizio dove organizzazioni pubbliche o commerciali possono comunicare lamentele su newsgroup e siti nel Web e richiederne la rimozione. Inoltre si raccomanda ai Provider l'uso di un sistema di valutazione in base ai contenuti e alle immagini scabrose eventualmente contenute (la Platform for InterNet Content Selection System, PICS), un'arma contro i Provider anticensura: i piccoli fornitori di accesso - solitamente piu' liberali - sopraffatti dalla concorrenza dei piu' grossi, sono costretti a chiudere baracca sempre piu' frequentemente (in Inghilterra come negli USA come in Italia, tanto che si dice che ben pochi resteranno attivi nel giro di dieci anni), e' ovvio pensare che aiuto e sostengo saranno dati a quei "bravi ragazzi" favorevoli al controllo della Rete. Questo e' quanto per l'Inghilterra.

E in Italia?

Ma InterNet e' un luogo internazionale, un universo a se stante, dove linguaggio, regole, informazioni valgono per utenti di tutto il mondo e anche la spinta alla censura si spande a macchia d'olio: in Germania dove CompuServe aveva chiuso duecento gruppi, tutti - tranne due di pedofili - riaperti e per lamentele e disdette di abbonamento; in Francia , che per prima aveva chiuso alcuni gruppi di sesso e spinto l' Inghilterra a imitarla; negli Stati Uniti dove e' gia' stato tentato un sistema di valutazione dei siti web, lo RSACi, cioe' Recreational on the InterNet; info presso
http://www.antipope.demon.co.uk/charlie/nonfiction/rant/rsaci.html; sempre negli USA a luglio si riapre il dibattito sulla censura: la legge clintoniana per la "decenza" in InterNet e' stata sospesa circa un anno fa; e ora si ricomincia la discussione: il testo completo della legge e altre info presso http://www.eff.org. Anche in Italia l' andazzo e' quello e fa scalpore. E' abbastanza recente la notizia che Interbusiness ha chiuso il gruppo it.sesso, mentre a venti minuti dalla chiusura cominciavano a fioccare telefonate e lamentele degli utenti. Il fatto preoccupa e accende discussioni in it.politica.reti, it.news.gestione, it.cultura.cybersocieta e it.discussioni.varie. I piu' sono scandalizzati e furiosi con la Telecom per l' abuso di potere, qualcuno fa osservare che fa parte delle liberta' di un Provider chiudere un gruppo (si', osserva un altro, ma piu' che un individuo-Provider Telecom e' un monopolio). Va bene che Interbusiness non tiene neanche alt.sex, ma come si spiega che VOL, passata da Grauso alla Telecom, mantiene tutti i gruppi di sesso, compreso quello italiano? E che i servizi di sesso telefonico 144-166 continuano ad essere attivi e indecenti con enorme guadagno della azienda? Mentre nulla le renderebbe l'attivazione di it.sesso.discussioni che e' peraltro un gruppo morigerato e tranquillo: assomiglia piu' alla posta del sessuologo di qualche rivista che a un luogo di sporcaccioni. D'altra parte vietando queste discussioni si puo' fare piu' male che bene e stuzzicare la curiosita' col fascino del proibito. Per un quadro piu' internazionale sull'argomento consiglierei agli anglofoni una visita ad alt.censorship: qui il curatore della pagina per la campagna per la liberta' di parola di InterNet invita al sito ufficiale http://www.junius.co.uk/censorship/index.html; email censorship@www.junius.co.uk). Mentre in soc.culture.europe si commenta il rapporto dell' Unione Europea sull'argomento; il testo si trova presso http://www.xemu.demon.co.uk/censor/eu_reprt.html .

Il bellissimo senso di liberta' che si respira dentro InterNet

Della censura su InterNet penso vi sia molto altro da dire; sono sicuro inoltre che presto ne riparlero' sempre con l' intento di rendere noti e maggiormente evidenti certe problematiche ad essa connesse; per il momento ho voluto dare delle indicazioni ed evidenziare percorsi per chi voglia documentarsi sull'argomento, per farsi un'idea propria approfondita e responsabile, utilizzando in maniera critica la gran massa di materiale di InterNet. La via maestra, per una crescita personale e di tutta l'InterNet, luogo in cui il senso della misura si sviluppa dalla discussione e dal confronto tra persone, anziche' venire censoriamente imposto da istituzioni esterne che irrimediabilmente mortificano il bellissimo senso di liberta' che ancora vi si respira, e' aperta ....ora spetta solo a noi il compito di mantenerla aperta e renderla giornalmente percorribile.

 

 

 

 

Marco 'PiBi' Marzola



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