Storia

L'area dell'alta valle del fiume Secchia, interessata dal percorso naturalistico, ha ricevuto nel corso dei secoli documentazioni storiche che ne impreziosiscono la zona. A Gatta, poco distante, tra le rare testimonianze romane della nostra montagna è stata ritrovata una necropoli vicino al greto del Secchia. Di Vologno invece sia il Ricci che il Tiraboschi scrivono, nelle loro pubblicazioni. Il primo riporta nella sua "Corografia" dei territori estensi: "Vologno, Villa del Marchesato di Bismantova feudo Lucchesini sotto il ducato, la Diocesi e l'Archivio di Reggio. Ha per confine a levarzte Gatta, a mezzogiorno Pojano mediante il fiume Secchia, a ponente Ginepreto, a settentrione Campolungo e Ginepreto. E' soggetta alla comunità di Bismantova ed ha una parrocchiale col titolare di San Prospero Figliale della Pieve di Castelnovo ne Monti. Vi è il Pretorio della propria giurisdizione. E' posto nel monte, ed è distante da Reggio 21 miglia, da Modena 31. Ha una popolazione di 261 abitanti. Qui trovansi cave di Gesso di buona qualità simile a quella del Monte del Gesso."

Anche il Tiraboschi scrive più o meno le stesse notizie aggiungendo che la Cappella di San Prospero di Venonuim o Velonium: "E' nominata tra quelle che erano soggette alla Pieve di Campigliola nel decreto fatto l'anno 1112. In favor di essa da Buonsignore Vescovo di Reggio. E' anche nominata nel diploma di Federico I dell'anno 1160 in favor della chiesa di Reggio, e in una Carta del 1302. Questo è quel Velogno il cui castello promise nel 1404 il Marchese Nicolò III di dare a Feltrino, Bartolomeo e Giorgio nobili da Bismantova, e di difenderlo per essi contro Franceschina e Catarina figlie del fu Buonaccorso da Bismantova, se tentato avessero d'occuparlo. Nel qual diploma sono anche nominate le Ville che da quel Castello dipendevano, cioè de Pozolo, de Mazo, de Casalino, de Spirola, de Roncho paudo."

La foto invece dimostra una curiosa abitudine, dei locali, per attraversare il Secchia nei punti di acqua meno alta. Le persone si facevano trasportare da un uomo che in cambio del "traghettamento" chiedeva un compenso a seconda del caso. Va sottolineato che il mulino era, nei secoli passati, una struttura economico-sociale di notevole importanza. Grazie al suo funzionamento, infatti, si riusciva a controllare la popolazione di una determinata area (tramite il macinato prodotto) e a tassarla.