Ugo Cornia, il segugio in libreria
Leggetevi Centuria, è un libro meraviglioso e vi farà viaggiare.
Io Giorgio Manganelli non l’ho mai conosciuto, ma sono convinto che doveva essere un pazzo completo sfuggito ai manicomi. Me lo immagino come un signore educato con una faccia da topo, un po’ grasso e pacifico, che quando gli veniva in mente alle 3 del pomeriggio di andare in giro a segare la testa alle vecchie con la motosega, a tirare martellate sulle dita ai bambini che giocano nei parchi, o quando pensava di suicidarsi in una maniera elaborata, rituale e non comune, si chiudeva in casa e per non far danno stava lì a scrivere.
Uomo pensoso e inutilmente malinconico, ha scritto storie di donne che partoriscono sfere e le nutrono immergendole in graziose vaschette colme di latte, e amorosamente le guardano rimbalzare per la casa. Di un uomo che di mestiere fa il Sognato, e che dovendo comparire anche nei sogni malefici si impegna in ruoli che vanno dal fascista alla strega all’Erode. Di innamorati che dopo essersi amati perdutamente per tre giorni, si incontrano il quarto giorno, quando non si amano più.
Centuria è un libro che fa veramente ridere perché ogni riga fa un solletico terribile al cervello, ma dopo tre o quattro pagine questo solletico diventa un prurito sempre più forte, allora vai avanti a leggere sperando di lenire il prurito, e ti gratti la testa, ma il guaio è localizzato nella scatola cranica, è una cosa senza speranza e senza rimedio, che potrebbe risolversi solo infilandosi delle lime o delle raspe da legno su per le orecchie, ma così ci si ammazza.
Io ad esempio, è da vari anni che vado in giro con questo prurito cerebrale senza salvezza, e quel libro, centuria, l’ho già riletto otto volte, sperando che come mi avevano fatto cadere in questo morbo, potesse anche guarirmi, ma non c’è proprio niente da fare.
Il libro lo potete trovare in tutte le librerie nell’edizione Adelphi: Giorgio Manganelli, Centuria. Oppure, se avete fortuna, potete trovare la vecchia edizione Rizzoli tascabile a cifre veramente ridicole.


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© 1996 Giramondo
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