17 novembre



 


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GLI ALIENI SONO GIA' TRA NOI

Forse non lo sapevate, ma gli alieni sono già tra noi. Come se Contact,
il film che sta riscuotendo un meritatissimo successo al cinema, non fosse fiction. La sconcertante verità ci è stata rivelata da un colonnello americano un po’ avanti con gli anni, ma dal passato inattaccabile, che ha illustrato questa teoria con una spiegazione molto americana, con tanto di complotto internazionale tra gli accessori di serie.
Il colonnello si chiama Philip Corso, ed è stato a capo della Divisione tecnologia straniera dell’esercito statunitense nel 1961, nonché responsabile a Roma dei servizi segreti alleati dal ’44 al ’47. Ora ha anche scritto un best-seller (The day after Roswell) che tra poco sarà tradotto e pubblicato anche in Italia, ma questo ovviamente non c’entra, visto che non siamo maliziosi.
I fatti: secondo Corso, che oggi ha più di ottant’anni,
il transistor, le fibre ottiche, i raggi laser, le valvole cardiache e gli autorespiratori sarebbero un’invenzione aliena, tecnologie che i terrestri avrebbero sviluppato dopo aver scoperto alcuni reperti tecnologici nello scafo di un Ufo atterrato nel 1947 a Roswell, nel New Mexico. In occasione del cinquantesimo anniversario di quello che viene chiamato <incidente di Roswell>, Corso ha contestato la dichiarazione del Pentagono che ha ufficialmente escluso ogni ipotesi di sbarco extraterrestre. Nelle ricerche sui reperti, Corso coinvolse personaggi del calibro di Werner Von Braun, Hermann Oberth, Hans Kholer, John Von Neumann, il generale Nathan Twining e l’ingegnere Vannevar Bush.
Secondo il colonnello in pensione, l’analisi dei reperti di Roswell permise agli americani di scoprire le rampe missilistiche sovietiche a Cuba, scoperta che portò poi alla crisi cubana. Non solo: le tecnologie furono affidate a imprese americane per essere analizzate, ma negli States non erano ancora attrezzati e allora cedettero alcuni reperti ai giapponesi, tra cui il transistor miniaturizzato che fu subito lanciato sul mercato. Gli americani invece riuscirono a sviluppare il circuito chiuso a fibre ottiche, dopo <aver trovato nel frammento dell’astronave alcuni fili che non riuscivano a bruciare>. Il reperto in questione sarebbe stato affidato alla compagnia dei telefoni Bell.

E noi che non lo sapevamo.

Doriano Rabotti



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