I boschi sacri e i cristiani
I Romani, come i Celti, che li hanno preceduti nella selva padana, considerano sacri i boschi; sono ben consci dell'utilità delle piante tanto da emanare leggi speciali per la protezione degli alberi ed elaborare norme innovative di tecnica forestale.
I boschi diventano templi, solo in seguito i templi veri e propri sono circondati da boschi alimentati artificialmente; con il termine "lucus" i romani indicano lo spazio limitato dagli alberi.
Agli alberi è attribuito un potere terapeutico, proprietà fecondative di vegetali ed animali, poteri di vita e immortalità e soprattutto il potere di predire il futuro.
Ovidio ricorda che i primi oracoli furono le querce che producevano ghiande; nella fillomanzia, l'arte di predire il futuro attraverso le piante, c'è sempre il culto di una quercia sacra.
Entrare in un bosco sacro richiede atti propiziatori ed lo sfoltimento degli alberi o anche la loro potatura esige un atto riparatore che, come ricorda Catone, consiste in un sacrificio espiatorio di un porco e la recita di preghiere alle divinità. Ancora Plinio il vecchio nel suo "Storia naturale" racconta che "la gente semplice di campagna consacra ad un Dio, seguendo un rito antico (derivato quasi sicuramente dalle tradizioni celtiche) gli alberi maestosi".
Lo stesso Cristianesimo incontrerà notevoli difficoltà nel combattere questo culto degli elementi naturali e dovrà mediare queste credenze radicate particolarmente nelle classi rurali. Ecco allora che, soprattutto nel Medioevo, si ritrovano immagini di Madonne appese ad un tronco di un albero o poste vicino ai boschi. In alcuni casi appare addirittura, tra i rami di un albero, la Madonna; in tutta la regione sorgono edicole, cappelle o anche chiese e santuari, mete di pellegrinaggi per richiedere grazie o esprimere gratitudine, a ricordare tale evento. Tra le tante ricordiamo la Madonna dell'Acero nel Bolognese, la Madonna della Quercia nel Piacentino, quella del Pino vicino a Cervia, quella del Salice a Ferrara.
Anche nella nostra provincia troviamo un esempio di questo "recupero" delle divinità delle piante; a Montecchio esiste ancora il Santuario della Madonna dell'Olmo costruito nel luogo che custodisce il tronco di un olmo sul quale nel 1484, un soldato, caduto da cavallo, vede la Madonna con il Bambino e si salva.

Nell'immagine un ex voto dedicato alla Madonna dell'Olmo di Montecchio.






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
PIANETA s.r.l.