La centuriazione
I romani che, dopo alterne vicende di guerra hanno sconfitto definitivamente i Celti, si insediano definitivamente nella nostra provincia e portano la loro "cultura e civiltà". Dalla metà del secondo secolo a. C. vasti appezzamenti di terreno vengono espropriati, confiscati e frazionati in parcelle per essere distribuiti ai nuovi coloni: è la cosiddetta centuriazione. I Galli Boi che nel 195 a. C. nei pressi della "loro" Silva Litana hanno questa volta subito una sconfitta, sono relegati in aree periferiche del territorio.
I Boi sopravvissuti, "solo vecchi e bambini" dice P. Cornelio Scipione in un suo discorso al Senato, rimangono nella zona di Brixellum (Brescello) ai margini degli insediamenti fondiari romani, e costituiscono una preziosa riserva di mano d'opera per le aziende agricole romane. Il territorio sottratto al bosco per essere coltivato è assegnato alle singole famiglie, provocando così una consistente immigrazione di cittadini provenienti dal centro Italia.
A beneficiarne sono soprattutto i veterani dell'esercito che rinfoderata la spada, si dedicano all'aratro; le proprietà vengono suddivise in appezzamenti quadrati di 200 iugeri, corrispondenti a 50 ettari (le centuriae appunto) divisi mediante l'incrocio di assi ortogonali detti limites.
Questo sistema costituisce la base catastale per le successive assegnazioni di terra da parte dello stato; un vero e proprio piano regolatore dove anche le acque superficiali sono ordinate con una trama di canali e le strade tracciate seguendo queste geometrie.
Gli assi fondamentali della centuriazione coincidono spesso con strade importanti già preesistenti o create appositamente all'atto della colonizzazione e ad essa strettamente funzionali. Le strade entrano in tal modo a far parte dell'assetto agrario senza interferire con i lotti del terreno.
Dell'antico sistema centuriale sono rimaste alcune tracce in alcune zone nei pressi di Brescello e Poviglio, scarsi invece i segni di queste suddivisioni a sud di Reggio, ai piedi della zona collinare. Tra le aree coltivate restano naturalmente brandelli lineari di foreste che fanno da contorno alle proprietà e ai boschi dichiarati sacri.

Nell'immagine una foto aerea della zona di Poviglio dove è ancora possibile notare i segni della centuriazione.






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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