I Celti


Tra tutti i popoli che si sono succeduti, hanno coesistito o si sono fusi nel nostro territorio (Liguri, Etruschi, Celti e Romani) sono stati certamente i Celti quelli che si sono "integrati" meglio con le selve che li circondavano. Forti di 112 tribù quelli che si sono insediati nella nostra regione a partire da circa cinque secoli prima della nascita di Cristo erano chiamati dai Romani Galli Boi.
Si sono portati dal Nord Europa, da dove provenivano, le loro usanze di popolo essenzialmente forestale insediandosi nelle stesse foreste di querce che offrivano loro la possibilità di alimentare con le ghiande, che le piante fornivano in abbondanza, branchi di cinghiali e di porci. Le carni di questi animali erano il loro cibo preferito ; qualcuno asserisce che avevano imparato da tempo a conservare la carne insaccandola; insomma, gli antesignani dei nostri attuali allevatori di maiali. Proprio all’ombra dei rami fronzuti di grandi farnie (la nostra quercia di pianura) i Celti si radunavano per decidere sulle questioni e sugli atti più importanti della vita pubblica.
Provenienti dal Po e risalendo l'Enza i Galli Boi, che avevano dato il nome alla Boemia e alla Baviera (Boiaria), stabilirono un luogo sacrale tra le querce dove oggi c'è S.Ilario o dove c'è il borgo di Taneto; il nome Taneto deriva probabilmente dal gallico Tannemeton, ossia recinto sacro (nemeton) delle querce con scorza conciante (tann). Del resto anche adesso in Irlanda Tann è il nome con il quale gli irlandesi chiamano la quercia. Anche per altre località della nostra provincia per le quali si suppone un’origine celtica qualcuno ha individuato una derivazione botanica; Toano da tannon, querceto è forse azzardato, così come Arceto da cetum, bosco ceduato, cioè tagliato. Al Dio celtico Lucentios è stata probabilmente dedicata Luceria, una città ora scomparsa tra Ciano e S.Polo, anche il nome Bismantova qualcuno ha pensato fosse in onore della raccolta lunare del vischio.

Nell'immagine: una "riunione" dei Celti sotto la quercia (da un'incisione dell'800)





Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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