Intervista a Denni Lugli di Sergio Capone

Denni (Daniele) Lugli, nato a Modena nel 1955, ha una personalità artistica decisamente eclettica e dagli interessi molteplici: pittura, fotografia, video, scultura, cinema ... brevemente possiamo dire che inizia a dipingere nei primi anni '70. tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 molta fotografia e molto video anche musicale poi a Roma con il grande cinema horror italiano in compagnia di Stivaletti, Bava, Avallone e il grande Dario Argento. Negli ultimi anni il ritorno alla fotografia con tecniche sempre sorprendenti per qualità e originalità , pensiamo alle fotografie Kirlian o a quelle tridimensionali per fare un esempio e poi i primi lavori di scultura. Ecco Denni e a lui, in occasione di un incontro presso la galleria Punto Arte di Modena, dove proprio in questi giorni sono esposti alcuni suoi lavori, cinque brevi domande.

In merito al tuo lavoro, come lo definiresti?
 
Penso si possa parlare di un progetto artistico slegato peròda correnti o tendenze contemporanee dell'arte italiana, che porto avanti utilizzando differenti mezzi espressivi.
Per esempio le resine plastiche di quest'ultimo periodo, così come le fotografie e le tele ad olio precedenti, fanno parte di uno stesso discorso artistico volto ad esplorare la fisicità del corpo ed il suo esprimersi mediante pieghe, rughe e contrazioni della pelle e delle mucose. Ironicamente potrei dire che stò cercando di raggiungere l'anima passando per i pori!.

Ci sono artisti italiani, della tua generazione, che supponi condividano il tuo modo di vedere il tuo progetto artistico?
 
In realtà mi sento abbastanza slegato anche dagli artisti e in generale da tutta le dinamiche artstiche italiane. Ritrovo comunque molte affinità e similitudini nella mia ricerca nel lavoro della scuola iperrealista inglese e statunitense.


 

A proposito di te si può parlare di ironia o di erotismo a tutto tondo?.
 
Una vena di ironia pervade gran parte della mia produzione. Può essere evidente (come nel caso degli orecchini a forma di orecchi o dell'angelo "aureolato" composto da parti anatomiche non proprio... "eteree" oppure essere celata, sotterranea, ma a ben pensarci riemerge sempre. Io ho la tendenza alla claustrofobia, e nei luoghi pubblici tendo a sistemarmi nei pressi dell'uscita; forse inconsciamente cerco di lasciare nelle mie opere, allo spettatore e certo anche a me, una via di fuga ironica dalla realtà.

Mi sembra di cogliere un piacere verso la trasgressione nel tuo lavoro, che ne pensi?
 
Il termine "trasgressione" mi sembra, ultimamente, molto abusato soprattutto nell'accezione di "far vedere quanto si è strani" e non lo accetto. Le uscite pubbliche sono per me un "far vedere qualcosa che ritengo interessante" ed anche cercare la complicita' del pubblico. Forse chi non entra nel gioco potrà ritenermi trasgressivo, ma si tratta certamente di uno "status" a cui non miro assolutamente.

Puoi anticiparci i tuoi futuri progetti?
 
Una notizia fresca fresca: proprio in questi giorni sto valutando l'eventualità di realizzare una serie di calchi (del tipo di Bondage #1) modellati sul corpo della pornostar Selen. Probabilmente noi apolidi dell'arte ci si diverte ancora o di più di quelli di certe correnti artistiche così gettonate. A proposito la transavanguardia esiste ancora?!?.




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