La Tagliata


Tempi duri anche per gli alberi sotto gli estensi; nel 157O Ercole II, per creare una fascia libera che non fornisca riparo ad eventuali attacchi nemici, fa abbattere tutte le case e le piante nel raggio di 200 pertiche, (circa 600 metri), all'esterno delle mura.

E' la cosiddetta "Tagliata" che crea il deserto all'esterno della città e nello stesso tempo fa diminuire le aree verdi all'interno. Gli abitanti dei borghi e casolari colpiti da questo decreto entrano ad abitare in città. Rimane, dicono le cronache, solo qualche residuo di alberatura sui bastioni. "Fuori di Porta Castello è atterrato l'ampio convento dei Minori Osservanti, singolare per vaste peschiere e ombrosi boschi e amenissimi orti; allo stesso modo scompare la Chiesa di S. Claudio, dove era solito villeggiare il Vescovo.

Era miseranda cosa veder gettar via le sacre chiese, devastare giocondissimi ritiri dei privati, accecar limpidissimi fonti, tagliare fruttiferi alberi, e per tutto l'aspetto di campi desolati" riporta Prospero Viani. Di questa opera difensiva è rimasto, all'interno delle vecchie mura, un significativo relitto verde in corrispondenza dell'attuale Parco Cervi e nell'area retrostante via Dante (zona ex- Ospedale).


Nell’immagine "Come appariva Reggio nella prima metà del XVIII secolo" (disegno di Werner).




Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
PIANETA s.r.l.