Il verde del Monastero di S. Prospero
Nel suo "Storia della città di Reggio" Guido Panciroli, trattando degli ultimi anni del dodicesimo secolo riproduce la descrizione di un monaco, Pietro Muti, di un Monastero di Reggio costituito intorno all’anno mille. Si tratta del famoso Monastero di S. Prospero "extra muros" di cui però purtroppo non sono rimaste che poche tracce.
C’è chi contesta la grandiosità e le eccessive proporzioni attribuite a questo Monastero, indubbiamente però sono attendibili le descrizioni della qualità del "verde" all’interno ed all’esterno di questa grande struttura.
Leggiamone alcuni passi "....una gaja porta rispondeva ad un giardino piantato di molti alberi fruttiferi e per ogni dove circondato da frascati amenissimi.....Nel primo claustro verso mezzodì, il comizio o sie lo squittino, detto dai frati il capitolo, la cui porta fabricata nel mezzo di pietre arrotate, ornavano piacevolmente fogliati rami di vite......Lascio andare le fornitissime dispense, le spezierie e le officine delle diverse arti, gli amenissimi verzieri......Un piacevole ruscello scorreva in mezzo al Monastero e con lieve mormorio girando batteva il di fuori di tutto il muro. Quinci e quindi lussureggiavano viti e rosaj; ed altri odorosi fiori intrecciati ne illeggiadrivano mirabilmente le rive."
Possiamo immaginare questo grandioso complesso edilizio, distrutto in seguito da Feltrino Gonzaga come un vero e proprio paradiso terrestre soprattutto se confrontato con l’ambiente che in quel periodo circondava il Monastero, caratterizzato da fitte foreste. E’ Prospero Viani che poco più di un secolo fa ha tradotto l’opera del Panciroli che parla di "...una magnifica torre, la quale elevata nell’immensa altezza di 190 cubiti aveva sul pinnacolo un grandissimo tronco a guisa di albero navale, ch’era tenuto ritto da funi legate da ogni parte alle sommità del tetto. Tutta notte fiammeggiava in alto un lume nel calcese, 20 cubiti sopra il colmigno della torre, acciocché gli erranti nelle impraticabili selve, visto da lontano come un alto faro quella face, potessero far capo all’Ospizio".
Affascinante e poetica questa descrizione; non può sfuggire in ogni caso il contrasto tra l’interno con rose e fiori, ruscelli, alberi da frutta e la campagna circostante densa di selve "impraticabili".

Nell’immagine il Monastero di S. Prospero dalla Mappa Camuncoli
(Archivio di Stato di Reggio Emilia).






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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