L'Ulivo
Con la ripresa dell'agricoltura fa la sua comparsa nelle nostra provincia un nuovo tipo di coltivazione: quella dell'Olivo. Viste le caratteristiche vegetative di questa essenza tipica delle regioni mediterranee, l'evento parrebbe strano; in realtà l'insediamente è probabilmente limitato ad una area circoscritta della nostra collina: quella che va da Albinea a Quattro Castella che ,come si sa, è contraddistinata da un clima relativamente mite.
Le piantagioni di olivo hanno successo anche perchè, si tenga sempre presente la situazione di quel tempo, presentano il vantaggio di essere meno esposte ai danni provocati dal bestiame al pascolo e ai furti.
I campi -afferma Emilio Sereni nel suo celebre "Storia del Paesaggio agrario"- sono aperti e l'olivo è in generale preferito alla vite, che continua al contrario ad essere preferita nei minori appezzamenti chiusi.
Il periodo di massima diffusione dell'olivo nella nostra provincia parte intorno al 1100; si tratta ancora di poche piante disordinatamente disperse su ampie distese di terreno. L'esistenza dell'olivo nel reggiano è documentata da un atto di compravendita conservato nell'Archivio capitolare del Duomo di Reggio. Nell'atto n.553 si legge di una vendita "in Vergnano il 29 dicembre 1212, di una terra con ulivi per 9 L." compiuto da Guido fu Marclochi da Borzano.
Gli usi che allora si facevano con il prodotto di questa pianta sono i più svariati: viene utilizzato per la liturgia, la medicina, la farmacopea, l'illuminazione di ambienti sacri, per la lavorazione di tessuti e del sapone. Non manca chi gradisce l'olio che si ricava dal frutto di questa pianta come condimento per i cibi!
Anche se, come abbiamo ricordato, questa pianta mediterranea fatica a sopravvivere al nostro clima esistono ancora esemplari di questa specie, che vegetano spontaneamente nei pressi della chiesa vecchia di Montericco di Albinea (non a caso dedicata alla "Madonna dell’Uliveto").
Altri esemplari si possono incontrare sulla strada che da Borzano porta alla Tana della Mussina, vicino a Pecorile, nei pressi del Castello del Bianello dove fino a pochi anni fa si raccoglievano le olive per fare qualche chilo di olio; sono probabilmente le piante superstiti delle antiche coltivazioni.

Nell'immagine un esemplare di olivo nella zona di Borzano.






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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