Giovanni l'eremita
Se in pianura alluvioni e carestie fanno diminuire la popolazione in collina ed in montagna, a partire dal IV secolo dopo Cristo, riprende l'antropizzazione. Sono minuscole isole nell'enorme selva che però comincia a perdere una parte del manto forestale; il Castrum Bismantum (l'attuale Castelnovo Monti) è motivo di lotta tra Bizantini e Longobardi. Sorgono le prime "Curticelle", embrioni delle vere e proprie Curtes, con il conseguente disboscamento per recuperare il terreno da utilizzare per l'agricoltura; da un bosco popolato da cervi (Gaium cervarium) , sorge Cervarezza.
Sulla Lama Fraolaria, una selva distrutta almeno in parte nel 964, nasce la Corte de Naseto che si estendeva tra l'alto corso del Secchia e il confine con la Toscana. Intorno all'anno Mille, a Marola, avvolta tra fitte distese di castagni, su di un suolo rossastro assai magro e poco adatto per essere coltivato, vive un uomo in odore di santità. E' Giovanni l'Eremita chiamato anche Giovanni da Marola che in una "radura" coltiva il suo orticello dal quale ricava lo stretto necessario per sopravvivere; i suoi incontri sono limitati ai viandanti, che si fermano ad ascoltare le sue parole.
Anche Matilde di Canossa si avvale dei consigli di Giovanni che nel 1092, nel covegno covocato nel Castello di Carpineti, la incita calorosamente, malgrado il parere contrario di tutti e dello stesso Vescovo di Reggio Eriberto, a proseguire la lotta contro Enrico IV che ha conquistato i principali territori reggiani. Matilde convinta dall'Eremita che quella è l'unica via da seguire voluta dal cielo combatte l'imperatore fino alla vittoria, che avviene nella famosa battaglia tra Bianello e la rocca canusina, e che porta alla completa disfatta dei soldati imperiali. Per dimostrare la sua riconoscenza a Giovanni, Matilde farà costruire proprio a Marola una Chiesa con convento che diventerà poi un Monastero.
Sulla figura di Johannes "eremitas de Marola inceptor loci monasterii" che morì nel 1101 si è in passato molto discusso perchè c'era chi come il Muratori che affermava che il consigliere di Matilde era l'abate Giovanni del Monastero di Canossa. Molti storici sono ora convinti che se le cronache del tempo di Matilde parlavano di "eremitas" questi non poteva che essere quello di Marola.

Nell'immagine Matilde di Canossa che riceve l'imperatore Enrico IV.






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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