Regium Lepidi
La prima testimonianza scritta da cui si può desumere che la nostra pianura era ricoperta da estese foreste con prevalenza di querce, è dello scrittore greco, vissuto a Roma, Polibio.
Nel suo "Ricchezza della Gallia Cisalpina" Polibio riporta le sue impressioni dopo un attraversamento della pianura padana avvenuto nel 151 a. C. "La quantitą di ghiande provenienti da queste foreste - scrive il "romano" - è tanta che si potrebbero alimentare tutti maiali macellati in Italia".
A scrivere dei Celti, delle loro usanze e del loro ambiente di vita, come abbiamo già visto, oltre a Polibio, Plinio il Vecchio, Tito Livio, sono stati anche Seneca, Tacito e lo stesso Giulio Cesare nel "De bello Gallico".
Di come erano le selve padane si è occupato anche il mantovano, nostro "confinante", Virgilio che, nelle Georgiche, descrive in particolare i nostri boschi delle zone umide, caratterizzati dalla presenza di ontani, pioppi e salici.
Le testimonianze storiche sono confermate anche dalla documentazione botanica, basata sugli studi recenti di fossili ritrovati, che indica che nelle foreste padane il rapporto tra querce, pioppi e olmi era di 4:1:1.
In questo ambiente silvano e torniamo rapidamente alla storia, avviene la fondazione di Reggio, tra il 187 e il 185 a. C., quando, per decreto consolare, viene deciso di porre un presidio stabile a guardia della zona e soprattutto del ponte in legno che scavalca il Crostolo, allora fiume perenne che scorreva lungo l'attuale Corso Garibaldi.
Regium Lepidi, dal nome del costruttore della via Emilia, il console Marco Emilio Lepido, si colloca sulla principale arteria che collega i capisaldi di Rimini e Piacenza, tra le colonie di Parma e Modena, in collegamento con l'allora importante centro portuale di Brescello e l'abitato gallico di Luceria. Come in ogni città di fondazione romana i principali tracciati stradali sono rappresentati dal cardo e dal decumano massimo corrispondenti grosso modo, all'attuale via Roma il primo, e alla via Emilia il secondo. Il "castra stativa" è fortificato con palizzate ricavate dai tronchi degli alberi della foresta che si estende tutto intorno.

Nell'immagine un'ipotetica ricostruzione del castra romano
da "Patroncini, Le origini della cittą di Reggio".






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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