La sacralità delle querce

I Celti veneravano i boschi , gli alberi come la quercia erano considerati sacri, questa essenza era "la rappresentanza visibile della divinità" e messa sempre al vertice della gerarchia dei vegetali.
I Druidi, spesso considerati impropriamente solo sacerdoti dei Celti, ma che in realtà erano dei poeti, veggenti, giudici, coppieri, ambasciatori, storiografi, medici ed architetti, ritenevano che niente fosse più sacro della quercia con sopra il vischio.
La funzione dei Druidi è racchiusa nel termine drunemedon. Questa parola deriva probabilmente dal greco drys (quercia) e dall'indo-europeo wid (sapere). "In realtà dovremmo definire questi sacerdoti" - afferma il noto studioso Gerhard Herm - dei "querciologhi". Essi ritenevano che tutto ciò che nasce sulla quercia fosse inviato direttamente dal cielo, un segno che l'albero era stato scelto dalle divinità stesse. Il vischio sulla quercia (da noi la Farnia , la specie propria delle nostre zone e non il Rovere come spesso si legge nelle traduzioni di Plinio il vecchio ("Naturalis historia XVI,45") era anche allora molto raro e quando veniva scoperto lo si doveva raccogliere con grande devozione.
Al sesto giorno della luna, che segnava per loro l'inizio del mese, dell'anno e del secolo, perchè in tale giorno la luna aveva abbastanza forza, si apprestava il sacrificio e il banchetto ai piedi dell'albero cui si facevano avvicinare due tori con le corna legate. Il grande sacerdote dei Druidi, vestito di bianco, saliva sull'albero, tagliava il vischio con un falcetto d'oro e lo raccoglieva con un panno bianco. Si immolavano poi le vittime pregando la divinità perchè rendesse il dono propizio. Si credeva infatti che il vischio, preso in pozione, desse la capacità di riprodursi a qualsiasi animale sterile e che fosse un rimedio contro tutti i veleni.
Le bacche erano il segno di raccolti abbondanti, di ricche cacciagioni e soprattutto di nascite numerose. La tradizione del vischio come panacea universale e portafortuna è rimasta; anche dalle nostre parti sotto il ramoscello di vischio appeso all'architrave della porta di casa, lo scambio di un bacio tra gli innamorati a Capodanno è benaugurale.

Nell'immagine l'antica cerimonia celtica della raccolta del vischio (da una incisione dell'800)






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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