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"Boicotta la TV"
Anna Petroni
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Siamo pronti ad affrontare una settimana senza televisione?
Anche quest'anno gli Adbusters, alla lettera gli acchiappa-pubblicità, propongono una settimana di astensione totale dal piccolo schermo dal 22 al 28 aprile.
"Una libera associazione di artisti, scrittori, studenti e imprenditori creata per promuovere l'attivismo sociale contro il sistema totalitario dei media e della pubblicità" così si definiscono sul loro sito che diventa, di anno in anno, sempre più articolato. Insomma, potremmo pensarli come un gruppo di
luddisti della pubblicità che non è affatto nuovo a questo tipo di manifestazioni, tant'è che da ormai sei anni il loro "buy nothing day" (la giornata senza acquisti) raccoglie adesioni da ogni parte del mondo, con la significativa eccezione dell'Italia.
Anche l'iniziativa della settimana senza televisione ha già qualche annetto, ma ogni anno il numero delle adesioni aumenta visibilmente, soprattutto da quando gli Adbusters sono riusciti ad organizzare una campagna non-profit a base di poster e spot per pubblicizzare le loro proposte. Se andate a
curiosare nel sito troverete una serie di campagne pubblicitarie che, mettendo alla berlina i più famosi marchi di merchandising, affermano il diritto alla libertà di opinione e di espressione.
Non è una novità, infatti, che l'incremento del consumo mediale ha portato ad un livellamento delle opinioni e che i punti di vista in contrasto con gli interessi del mercato pubblicitario sono sistematicamente messi a tacere dal mass medium più potente del mondo; è quindi naturale che ci sia chi tenta in tutti i modi di ricordare alle major che, alla fine, è lo spettatore che decide e che, se vuole, la Tv può anche spegnerla per sempre. Infatti, il
"TV Turnoff Week" era stato originariamente concepito come un modo per aiutare la gente a combattere le cosiddette "abitudini televisive" (entrare a casa ed accendere la TV, mangiare davanti al teleschermo ecc. ecc.) e a riscoprire il tempo e la tranquillità del silenzio; tuttavia, col tempo, è diventato un potente strumento nella lotta per la libertà di espressione e per la rivendicazione del potere dei telespettatori. Il fatto che, ogni anno, sempre più persone si sincronizzino sulla volontà di spegnere la TV è sicuramente indicativo del livello di saturazione da consumo mediale raggiunto.
Ora, è probabile che chi aderisca ad una simile iniziativa sia già perfettamente al corrente di questa situazione e quindi sia un'adesione, per così dire, di pura simpatia; eppure non si può escludere che, magari per effetto di un passaparola via Internet, qualcuno riesca a ricordare che essere telespettatori non vuol dire subire passivamente tutto ciò che i palinsesti ci propinano, bensì esercitare il diritto di scelta su cosa guardare e cosa non guardare e anche, perché no, la scelta di non accendere affatto la TV

Anna Petroni

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Boicotta la TV? A vantaggio di chi? Della democratica, liberale e libertaria si fa per dire Internet-TV? E' tutto bit-televisione: quotidiani compresi. Tutto un
proliferare di gadget, siti-civetta, manchettes pubblicitarie sottoforma di
informatissimi editoriali. Invasiva, devastante come le cavallette Internet la
trovi ormai dappertutto: il mouse e la tastiera hanno sostituito il telecomando,
gli imbecilli zippano, tra uno squillo di cellurare ed un rutto alla Ceres.
Boicottare la Tv e' una cosa da idioti, boicottare Internet sarebbe piu' sensato,
almeno per quelli che una volta nella vita hanno amato davvero Internet

Pepe, Modena

Volete saperne una? Una cosa simile la "lanciò" almeno 15 anni fa tale Gilberto Baroni ora defunto ma allora vescovo di Reggio Emilia. Propose il tutto quale atto di rinuncia per il tempo quaresimale. Lo scopo non era boicottare qualcosa bensì di favorire il dialogo famigliare «ucciso» dalla TV.
Precursone dei tempi? Mah!

Luca, Reggio Emilia

La Tv adesso viene usata per i propri scopi sociali o politici: ogni bambino che si sincronizza su canale 5 per vedere un cartone si becca almeno cinque volte la faccia di Berlusconi.
Ai ragazzini, che gli frega di Berlusconi??? MISTERO??!!

Fenicio, Roma

IO per fortuna sono un ragazzo abituato a non essere violentato dalla TV.
Fin da piccolo avevo il permesso di vedere la TV dopo i compiti(Holly e Benji) e la sera fino alle 21.30! Poi a letto!
Allora mi incavolavo perchè non comprendevo il perchè di questa censura, ma ora capisco!
In casa nostra si parlava; a tavola, in salotto, a volte anche la sera prima di coricarsi.
Si parlava dei problemi, e delle crisi fanciullesche, le quali venivano risolte in casa!!! Non come adesso in qualche programma demenziale, dove i panni sporchi vengono lavati davanti a 3.000.000 di spettatori.
Si cresceva assieme ai genitori e non assieme alla pubblicità e ai media.
Sondaggi fatti oggi giorno, rivelano che i bambini dialogano coi genitori non piu' di 5 minuti al giorno! Incredibile!!!!!!!
Come si possono creare valori nei bambini con dialoghi cosi' scarni??
E poi dicono: " il progresso!".....ma dove?

Jeremy Mc. Luigi, Reggio E.

Allora Jeremy aveva ragione Gilberto? Mah!
Luca, Reggio Emilia

Caro Luca; Il povero ex vescovo saggio di Reggio E. sapeva a cosa i giovani del domani sarebbero andati incontro e vedeva giusto!
Le attivita' ricreative che organizzava nelle parrocchie della citta' miravano a tenere i bambini piu' lontano possibile dalla televisione e dai falsi valori che questa inculca nelle povere menti illibate.
Quanti ragazzi oggigiorno preferiscono andare in parrocchia a famigliarizzare con qualche topina piuttosto che rincretinirsi con la Play station e con i media in generale?

Jeremy Mc. Luigi, Reggio E.

Condivido cio' che scrivete,ma c'è una domanda che mi perseguita relativa ai programmi e alle troppe ore davanti alla televisione!
Ma sui telecomandi non ci sono i pulsanti per cambiare e per spegnere?

luciano, formigine

Come tutte le cose, non è mai l'oggetto in sè ad essere giusto o sbagliato ma il modo in cui viene usato. Siamo noi i responsabili di quello che facciamo e guardiamo, non il televisore...

Lara, Reggio Emilia

«Il tuo soggiorno è la fabbrica. Il prodotto che stanno creando sei tu. Spegni la televisione».
Il messaggio, chiaro e diretto, è lanciato in uno degli "spot non commerciali" creati dai canadesi Adbusters (letteralmente "Acchiappa-pubblicità") per promuovere la loro campagna "Tv turnoff week". Una settimana di astinenza dal piccolo schermo, dal 22 al 28 aprile, per lasciare un po' di spazio al pensiero: è ciò che da Vancouver propone al mondo intero - anche tramite il proprio sito Internet (www.adbusters.org) - questo gruppo di «artisti, scrittori, studenti, educatori e imprenditori», che propugna «l'attivismo sociale e la resistenza contro coloro che vogliono inquinare le nostre menti».
Si prevede che su tutto il pianeta saranno più di un milione le persone che si uniranno all'ammutinamento, una vera e propria sfida il cui scopo a breve termine consiste nell'incoraggiare la gente a scegliere personalmente come divertirsi: «un gesto potente di sovranità del consumatore», come sottolineano gli ideatori dell'iniziativa. Ma questi fustigatori della pubblicità danno grande importanza al significato più ampio della "Tv turnoff week", giunta ormai alla settima edizione, che vorrebbe «attirare l'attenzione sul fatto che pochissime mega-corporation oggi controllano la sovrastruttura informativa globale, censurando regolarmente i punti di vista che minacciano i loro interessi e profitti». Un vero attentato alla diversità di opinione, denunciano gli Adbusters, se in un universo da 5000 canali sono solo sette negli Stati Uniti, e tre nel mondo, i grandi gruppi che dominano l'etere.
I quali non soltanto eliminano ogni vestigia di pensiero alternativo, ma dettano modelli, stili di vita e valori che influenzano pesantemente la popolazione, soprattutto quella giovanissima.
Così un altro degli "spot non commerciali" creati da PowerShift - l'agenzia di comunicazione non profit legata alla Adbusters Media Foundation - mostra una bimba di pochi anni incantata davanti al piccolo schermo (che passa immagini di ordinaria violenza) mentre una voce avvisa: «Dove prenderà la sua visione del mondo? Quali saranno i suoi modelli di ruolo? Che valori avrà? Di chi è figlia... tua? o dei network? Riprenditi i tuoi bambini.
Spegni la Tv».
Purtroppo non è facile convincere le reti maggiori a vendere spazi pubblicitari per mandare in onda questi messaggi, considerati «troppo controversi». L'anno scorso solo la Cnn, tra i network più importanti, accettò di farlo, mentre i Tre Grandi (Cbs, Nbc e Abc), puntualmente rifiutarono di lasciare spazio alle campagne degli Adbusters. Che non prendono di mira soltanto il sistema totalitario dei media e della pubblicità, ma anche le multinazionali e le ingiustizie dell'economia globale, la logica del consumo estremo e l'inquinamento «fisico e mentale». Spot, inserzioni sui giornali e manifesti d'impatto alla Oliviero Toscani, ma più ironici e spregiudicati e ancora meno politically correct, perché non vincolati a un marchio e liberi di attaccare apertamente i "nemici". Tra cui in prima fila figurano alcune multinazionali del tabacco, in "onore" delle quali gli Adbusters hanno creato sul loro magazine - che tira 60mila copie ed è letto in più di 60 nazioni - il personaggio del cammello Joe Chemo, defunto per il suo smisurato amore al fumo. Una delle ultime campagne informative è rivolta ai ragazzi: «Attenti, vi stanno vendendo. E vi prendono di mira nell'unico posto da cui non ve ne potete andare». L'accusa è alle scuole, invase in vari modi da messaggi pubblicitari. Qualche esempio? Libri di matematica che riportano i nomi di marchi nelle equazioni o lezioni sponsorizzate. Gli infaticabili Adbusters promuovono petizioni ed eventi culturali, come il "Buy nothing day", un giorno di astensione dall'acquisto, a cui l'anno scorso partecipò oltre un milione di persone. E per il prossimo 24 novembre si punta al raddoppio. Lo scopo di tutte queste iniziative? Sensibilizzare, incoraggiare l'attivismo sociale in tutte le sue forme. «Vogliamo spingere le persone a trasformarsi da spettatori in partecipanti». Vi sembrerà poco.

Chiara Zappa, Avvenire

Ciao a tutti
sono molte possibilita come trascorere il tempo libero...
pero io vorrei gurdare qualce volta una TV italiana.Non posso impararmi la vostra bella lingua senza di sentirla.
Alora TV come un insegnante.Jiri(Giorgio)

Jiri Jurca, Uherske Hradiste,Republica Ceca

Invece di boicottare la tv, perchè non boicottiamo i prodotti pubblicizzati?
Ovvero, se sto guardando un film ed è interrotto costantemente da spot (soprattutto su RAI), io quel prodotto non lo compro.
Se lo facessimo tutti, poi vediamo chi si stanca prima......

Alberto, Modena

E' materialmente impossibile: bisognerebbe avere sempre a portata di mano un block notes ed annotare tutte le marche ed i prodotti, poi, al supermercato consultare continuamente la "lista". La funzione della pubblicità non è quella di convincere, ma di martellare continuamente affinché di fronte alla scelta fra un prodotto anonimo ed uno di marca si sia portati istintivamente a scegliere quest'ultimo, non perchè migliore, ma perché conosciuto. Se ti sforzi di ricordarti le pubblicità (seppure in ottica negativa), fai solo il loro gioco...
C'è solo da sperare che i pubblicitari si facciano autogol da soli, come nel caso dell'Audi, che interrompeva di continuo le regate di Luna Rossa con la sua pubblicità brutta, mal fatta, con un'idea inconsistente, petulante e fastidiosa: di sicuro non comprerò mai un'Audi in vita mia!

Claudio, Reggio Emilia

...vedi, Claudio, che stai dicendo la stessa cosa???
Sto parlando proprio di quelli che di subliminale non hanno niente, che ti martellano (le palle!) in continuazione. Non sto parlando del vecchio stile Carosello (15 minuti e via) ma di chi rompe in continuazione come deve essere successo a te con l'Audi. E non serve il notes, basta la nausea che ti hanno fatto venire, a farteli ricordare.

Alberto, modena

20/11/2000
Vedi Claudio, sei proprio stronzo.
claudio infame, e spia

27/12/2000
Il "Quarto potere" purtroppo è una realtà...Dopo anni di "sudditanza", forzatamente, mi son trovato a non avere la TV nella nuova casa dove mi son sistemato.
Ho riscoperto la lettura, la musica preferita e non propinata, mi sono ri-impossesato del tempo necessario per pensare, riflettere.
Si, boicottiamo la TV, che ci fa pensare, agire, parlare come "qualcuno" vuole.
Chi non è mai stato senza non sa cosa si perde!

Luca, Cologno Monzese

01/02/2001
prova
ghjkg (193.43.2.78) , hjlkh

10/05/2001
Certo, boicottiamo la televisione, ma cominciamo Boicottando il Biscione (BO.BI): colui che detiene 3 reti televisive ed un impero editoriale, se vince le elezioni sarà padrone anche della RAI... e allora .... www.bobi2001@supereva.it
Gianfranco Mascia (213.255.81.132) , Ravenna

03/05/2002
Cerco idee su il boicottaggio dei prodotti + pubblicizzati e come scambiare semplici informazioni su prodotti veramente utili e validi.
CIAO
Gab

Gab (151.30.194.43) , bs


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