Andrea Burzacchini

Grande stupore ha suscitato la sconfitta di Kasparov contro Deep Blue. Tutto ciò non ha nulla di straordinario. Gli scacchi sono un gioco finito, per quanto complesso, cosicché, le macchine dotate di "intelligenza artificiale" possono ridurre le tante possibilità ad una serie più o meno ampia di operazioni logico-matematiche, tali da simulare il ragionamento dell’uomo. Nessuno stupore, quindi, se i programmatori (e gli scacchisti!) ingaggiati dall’IBM sono riusciti a potenziare Deep Blue a tal punto da competere con Kasparov, dal quale, lo scorso anno si era beccato una sonora batosta; e Deep Blue potente lo è davvero: sedici processori appaiati capaci di analizzare 200 milioni di posizioni al secondo, dotato infine - e questa è forse la sola novità rivoluzionaria - della capacità di scartare immediatamente le mosse "stupide".

Ecco il punto: i computer di scacchi ragionano sviluppando via via l’intero albero delle combinazioni , dalla posizione attuale sulla scacchiera fino ad una certa profondita, cioè fino ad un certo numero di mosse future, attribuendo ad ogni posizione un punteggio e scegliendo quindi la mossa migliore in prospettiva; considerando che l’albero delle combinazioni cresce in modo esponenziale - e dopo la sola prima mossa di entrambi i giocatori abbiamo già 400 posizioni possibili - perfino il mitico Deep Blue, ad analizzare tutte le posizioni possibili ci metterebbe una vita: ecco allora che, scartando immediatamente tutte quelle mosse che nemmeno un principiante farebbe, il computer può andare più in profondità e giocare come un Grande Maestro.

E fa sorridere il fatto che in questa convention di intelligenze scacchistiche la partita clou si è decisa proprio da una clamorosa cappella - per dirla in gergo - dell’antipatico campione di Mosca: Il Grande Maestro ha commesso un errore da ‘principiante’ e la macchina, giustamente spietata, ne ha approfittato. Incredibile sbagliare così presto per Kasparov? Raro, ma, tutto sommato, possibile: ricordo Prost uscire di pista nel giro di ricognizione e Van Basten sbagliare due rigori in una partita. Succede.

Ma un’altra cosa scriverà qualcuno da domani: che, ora che la Macchina ha battuto l’Uomo: gli scacchi sono morti, il gioco non ci sarà più. Come se dopo aver inventato la macchina, uomini e donne avessero smesso di correre.


CLICK E TORNI A GIRAMONDO
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"Mi ha battuto con una mossa <umana>"
Stupore per la sconfitta del re degli scacchi contro Deep Blue, che ora sa cos'è la stupidita'