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Continuiamo il discorso sull’identità ‘virtuale’ che noi tutti possediamo, ma stavolta spostando l’attenzione su obiettivi diversi.
Due notizie apparentemente prive di un vero nesso logico sono apparse negli ultimi giorni sui giornali italiani.
La prima in realtà non è una notizia, ma un’intervista, pubblicata da Le Nouvel Observateur e, in Italia, dall’Espresso.
L’intervistata è Sherry Turkle, docente del Mit, ribattezzata ‘il Sigmund Freud del cybermondo’ perché è stata una delle prime a studiare le reazioni dei cybernauti e dei ragazzi che hanno a che fare con i computer. L’intervista appare adesso anche perché la casa editrice Apogeo ha appena pubblicato il libro della Turkle La vita sullo schermo (e qui ci scappa anche un consiglio per una strenna, ma deve essere una persona a cui tenete molto perché il libro costa 46.000 lire). La Turkle spiega che stiamo <entrando in un altro mondo. Queste macchine, i computer _ dice nell’intervista _ modificano i nostri rapporti con gli altri: cambiano la percezione che abbiamo di noi stessi, spostano il confine tra realtà e finzione, fra ciò che è vivo e ciò che non lo è>.
Secondo la Turkle, il computer sarebbe percepito come una nuova entità, a metà strada tra un essere vivente e un oggetto inanimato: <Per i ragazzi è un oggetto interattivo, capace di simulazione, appartiene a una nuova categoria di oggetti dotati di reazioni psicologiche. Il criterio biologico non è più determinante, ciò che conta è l’apparenza psicologica>.
L’altra notizia dovrebbe invece piacere a chi crede ancora che umano è meglio. Una società di ricerche in Internet ha infatti lanciato un motore di ricerca umano: quando hanno capito che i motori di ricerca automatici spesso complicano le cose invece di semplificarle, quelli della SearchMill.com hanno affiancato uomini in carne e ossa ai motori. Sembra che l’idea sia venuta all’amministratore delegato della società, Patrick Gardner, dall’esperienza fatta come ghost writer di Dan Quayle durante una campagna elettorale.
Visto il prezzo (5 dollari a ricerca), deve aver preso dalla politica anche qualche altra idea, il signor Gardner.

Doriano Rabotti

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