LA NORMATIVA

La normativa vigente , sia in Italia che all’estero, è del tutto frammentaria e inadeguata perché in nessun caso si è inteso tutelare la salute degli individui . In Italia l’unico provvedimento normativo di portata generale è rappresentato dal DPCM 23/4/1992 che , per preservare la salute dei cittadini, fissa la distanza degli elettrodotti ad alta tensione (380 KV) dalle abitazioni di soli 28 metri (100 microTesla) e ciò in quanto si tengono in considerazione solo gli effetti acuti o a breve termine sulla salute, ma non quelli cronici e a lungo termine ignorando l’effetto cancerogeno del campo magnetico le cui conseguenze si possono manifestare nell’arco di 10- 20 anni.

Il vero limite di sicurezza, secondo la maggior parte degli studiosi, è rappresentato da un livello di Cem inferiore a 0,2 microtesla, che per gli attuali elettrodotti a 380 Kw si traduce in una distanza di 120 metri in più rispetto a quelli previsti dalla legge (28 metri). Oltretutto con un DPCM del 28.9.1995 sono state concesse all’Enel ulteriori dilazioni temporali per la presentazione dei progetti di risanamernto degli elettrodotti i quali attualmente non rispettano neppure la distanza prevista dal DPCM del 1992.

Solo le leggi regionali del Veneto (n.27/1993) e del Lazio ( n.56/1989) rispettivasmente in materia di elettrodotti e di distanze dai ripetitori radiotelevisivi , tutelano la popolazione dall’esposizione ai Cem.

Ultimamente è stato presentato un disegno di legge nazionale sulle norme per la prevenzione dei danni alla salute e all’ambiente prodotti dall’inquinamento elettromagnetico.

 

LE PROPOSTE DEI VERDI

Chiediamo alle forze politiche presenti in Parlamento una normativa nazionale che stabilisca " zone di rispetto" e limiti di esposizione ai Cem generati da elettrodotti che tengano conto dei valori cautelativi derivanti dalle più recenti ricerche epidemiologiche e studi di laboratorio, sia un’analoga normativa per la riduzione dei limiti di esposizione ai Cem a radiofrequenze che recepisca norme più cautelative delle attuali.

Che nel frattempo si adotti una sorta di moratoria e che non vengano immesse sul mercato nuove tecnologie di comunicazione, prima che il mondo scientifico si sia chiaramente espresso sugli effettivi rischi derivanti alla salute dei cittadini.

Che la Regione Toscana, i Sindaci, i Consigli Comunali si avvalgano delle competenze loro proprie affinchè in mancanza di norme nazionali cautelative e di prevenzione, adottino leggi e provvedimenti di loro competenza a tutela della salute.

(Informazioni tratte dal sito del Gruppo Consiliare VERDI Comune di Firenze E-Mail: gruppo.verdi@comune.firenze.it)


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